Ricetta: udon vegani (da quarantena)

Questa è una ricetta da quarantena, ovvero con le cose che ho trovato già a casa. Non è la ricetta originale e non vuole esserlo. Però se avete nostalgia del ristorante giapponese e non sapete che fare, una zuppa di udon può essere un’ottima idea. L’unica cosa che dovete avere sono, appunto, gli udon.

Se volete potete aggiungere della carne già cotta e fatta a fette, alghe, tofu fritto dolce; alcuni aggiungono ginger e miso. Servirebbe il dashi, il brodo giapponese già pronto. Ma noi li abbiamo preparati prima della spesa quindi abbiamo fatto tutto con 3 soli ingredienti che avevamo a casa: brodo vegetale, udon e salsa di soia. Probabilmente la nostra udon soup sta al Giappone come la pizza con l’ananas sta all’Italia, ma non preoccupatevi, l’imperatore non vi guarda e noi non faremo la spia con il maestro Miyagi: promesso.

L’idea è nata dopo aver aperto l’ultimo pacco di tortelli secchi australiani ricotta e spinaci che abbiamo acquistato la scorsa estate all’aeroporto di Singapore (quelli portati dall’Italia sono finiti da tempo). Ho preparato un po’ più di brodo vegetale e visto che Leonardo non vuole più da tempo il cibo da “baby” come lo chiama lui, allora ho deciso di fare un salto, solo culinario, nel Giappone. In dispensa avevamo un pacco di udon, così ecco fatto…

Ingredienti
Per il brodo vegetale:
1 cipollotto
1 carota
1 patata
1 pomodoro
sedano
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro

Per la zuppa di udon
2 porzioni di udon già pronti
1 cucchiaio di salsa di soia
1 scalogno, solo la parte verde (opzionale)

Preparate il brodo vegetale con gli ingredienti sopra o con quelli che più preferite. Va bene anche un brodo avanzato dal giorno prima come nel nostro caso. Riscaldatelo e aggiungete un cucchiaio di salsa di soia. Aggiustate di sale. Se avete delle bustine di miso aggiungetele senza far bollire troppo il brodo, altrimenti va bene anche solo la salsa di soia.

In una pentola fate bollire dell’acqua non salata. Aprite i pacchetti di udon: vi accorgerete che sono cosparsi di una sostanza oleosa che non li farà incollare tra loro. Adagiateli nell’acqua e teneteli per il tempo indicato sulla confezione, di solito un paio di minuti. Con una pinza muoveteli delicatamente nell’acqua per sciogliere la matassa senza spezzarla.

Una volta cotti, ponete gli udon in una ciotola. Mettete anche le verdure e gli altri ingredienti, se ne avete (tipo carne già cotta e affettata, alghe, tofu, ecc ecc). Versate il brodo e decorate con la parte verde dello scalogno. Se avete del pepe giapponese messo da parte dal vostro viaggio in Giappone, questo è il momento di usarlo: darà più gusto ai vostri udon.

Ok, non saranno gli udon che avete mangiato a Tokyo, in quella strada di Asakusa tutta piena di ristorantini. Il brodo non avrà quel gusto orientale. Vostro marito non si trasformerà improvvisamente nell’ultimo samurai, nessuno urlerà “Itadakimasuuuuuuuu!” e voi non vi ritroverete in kimono a girare per il salotto. Però che importa? Anche questo è un modo per passare la quarantena e trovare una specie di normalità chiusi in casa.

Nella nostra famiglia è Marco che fa la spesa (con risvolti comici su quello che poi trovo in dispensa), quindi sono 30 giorni che non vedo un adulto oltre appunto mio marito… cucinare qualcosa di diverso, studiare le ricette, fare le foto e sostituire i tradizionali ingredienti giapponesi frutto di una tradizione secolare con un cucchiaio di salsa di soia a basso contenuto di sale è un’attività che ci mantiene curiosi (e sani di mente) in un momento difficile come quello che stiamo vivendo.

Quindi se avete voglia di Giappone preparate questi udon vegani da quarantena: tirate fuori le bacchette acquistate all’Ikea in un raptus di shopping compulsivo, rispolverate quella ciotola acquistata in Giappone (che poi perché solo una? Ah già, Leonardo lagnava per terra perché aveva fame) e godetevi questo gusto asiatico da lockdown. E se il sapore non è proprio identico, consolatevi pensando che in Giappone in questo momento c’è una mamma giapponese che sta facendo la pizza con il sashimi di tonno e sta cuocendo i tortelli di Giovanni Rana con pezzetti di alga kombu per accontentare i bambini che vogliono qualcosa di diverso per cena. E in attesa di viaggiare veramente, si viaggia in cucina con un po’ di fantasia!

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